POSITIVITÀ TOSSICA: QUANDO TROPPA FELICITÀ TI RENDE INFELICE

Positività tossica: no grazie!

L’ottimismo è un atteggiamento positivo verso la vita: ci si aspetta il bene, ma non si sorvola sul male. Quando la positività diventa tossica, blocca semplicemente i lati negativi della vita e si concentra completamente ed esclusivamente su sentimenti e pensieri piacevoli. Tutto ciò che è negativo viene costantemente ignorato, negato o minimizzato. I problemi possono quindi diventare rapidamente “opportunità” o “sfide”.

“Good vibes only” è malsano e può anche nascere da un personale senso d’impotenza: perché se semplicemente allontano da me tutto ciò che è negativo, allora non devo più averci a che fare. E lo sappiamo tutti per esperienza: affrontare situazioni e sentimenti stressanti è faticoso e può far male. Il problema della positività tossica: solo perché ignoriamo le emozioni negative non le fa sparire. Sopprimiamo i problemi invece di risolverli.

Le emozioni negative fanno parte della vita. Dove non c’è ombra, non c’è sole. Questo è ciò che dobbiamo accettare.

Positività tossica: ingiusta nei confronti degli altri

Inoltre, è una pretesa enorme quella di essere sempre di buon umore, o almeno di fingere di esserlo. A lungo andare, questo può avere lo stesso effetto negativo di un pessimismo pronunciato. Applicata agli altri, la positività tossica risulta subito ingiusta.

Invece di ascoltare e dare spazio alle preoccupazioni e ai sentimenti dell’altra persona, rispondiamo con frasi vuote tipo “non è così male” o “non prenderla così male”. Ma questo non porta a una vera conversazione e, soprattutto, si perde l’empatia e la comprensione, ossia il cemento che ci unisce come esseri umani. L’altra persona non si sente presa sul serio, forse addirittura sminuita. E nel peggiore dei casi, incolpa se stesso per essersi sentito male. Secondo la logica della positività tossica, questo dipende da lui. Tutto quello che deve fare è cambiare il suo atteggiamento.

La positività tossica risale anche alla nostra società orientata alla realizzazione, all’aspirazione al successo e all’autorealizzazione. Le emozioni negative sono spesso percepite come un ostacolo in questo caso.

Come vedi, dover sempre valutare compulsivamente tutto in modo positivo è una trappola psicologica.

Sentire le emozioni: comprese quelle spiacevoli

La migliore strategia contro la positività tossica non è quella di allontanare o sorvolare sulle proprie emozioni, ma di accettarle, sia le sensazioni piacevoli che quelle spiacevoli. Se le ignori o le reprimi, sentirai sollievo solo a breve termine. A lungo andare, probabilmente intensificherai anche i tuoi conflitti. E naturalmente, anche il meccanismo di respingerle costa energia.

Le emozioni ci rendono consapevoli dei nostri bisogni e ci mostrano quando qualcosa non va. Ci fanno agire. Ecco perché dovremmo occuparcene e cercarne le cause.

Analogamente, questo vale anche per i nostri rapporti con gli altri. Significa che prendiamo sul serio le preoccupazioni e le paure dei nostri simili e, cosa molto importante, ascoltiamo. In altre parole, ascoltare per capire e non ascoltare per ricambiare. Non devi esprimere comprensione, ma puoi certamente trasmettere empatia e dimostrare che ci sei.

Be true, stay healthy

La vita è preziosa proprio per il cambiamento e la transizione con tutti i suoi bei momenti, le sfide e anche i momenti difficili. Non c’è niente di male nel trovare una buona motivazione e strategie di adattamento, ma basta non esagerare, ma percepirsi appieno e rimanere grati per la crescita.

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